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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 10, II ordine, settore destro

La complessa storia di un palco
La storia del palco è caratterizzata da diversi anni di comproprietà, grazie a complicati rapporti famigliari. Si inizia già nel 1778, quando il palco appare condiviso da Giovanni Battista Moriggia e Galeazzo Bossi; la storia dei Bossi è strettamente legata a quella dei Moriggia.
La famiglia Bossi vanta una lunga tradizione, che la riporta nel XII secolo con consoli e podestà a Milano, Pavia e Padova; Galeazzo Bossi <1.> (1699-1779?), figlio di Fabrizio Benigno (fratello di Carlo, vescovo di Vigevano), decurione e vicario di provvisione sposa Eleonora Della Porta dei conti di Rovello, e dal loro matrimonio nascono Giovanni (1735-1802), marchese di Musso e Benigno <1.> (1731-1815), decurione, vicario di Provvisione e Imperial Regio Ciambellano, morto senza figli maschi.
I Della Porta del ramo di Eleonora derivavano dai Della Porta comaschi. Antonio, ultimo erede della famiglia (siamo a fine Seicento), non avendo avuto discendenza, nomina suo erede il banchiere Giovanni Antonio Parravicino: nel 1721 quest’ultimo muore scegliendo come erede il nipote conte don Giovanni della Porta, figlio di sua sorella Maria. Nel caso in cui, a sua volta, egli non avesse avuto discendenza, l’eredità sarebbe andata all’Ospedale Maggiore di Milano. Nel 1763, Giovanni morì senza prole; ma i nipoti, marchese don Giovanni Battista Moriggia Della Porta (?-1786) e le sorelle Della Porta, marchesa donna Marianna Corbella e marchesa donna Eleonora Bossi rivendicarono i loro diritti ereditari e il possesso del cospicuo patrimonio di cui faceva parte il palazzo in Via del Giardino dirimpetto alla chiesa di S. Pietro Collarete. Galeazzo Bossi e Giovanni Battista Moriggia Della Porta sono quindi cognati.
Dal 1780 al 1786 il palco rimase dei tre fratelli, fino al 1787 quando si aggiunge la figlia di Cosimo Cesare Livia Caimi Moriggia, vedova di Alfonso. Si succedono quindi molti comproprietari: i marchesi don Benigno e Fratelli Bossi, il Conte Cesare e fratello Giulini e la marchesa Marianna Della Porta Corbella. I primi erano figli di Galeazzo Bossi e di Eleonora Della Porta già citati in precedenza. La famiglia Giulini entra nella storia del palco tramite Virginia Moriggia, figlia di don Cosimo Cesare marchese di Torremaggiore, andata in sposa nel 1748 a Giorgio Giulini (1714-1780), importante storico italiano e musicista, protagonista della Milano settecentesca, partecipe di tutte le iniziative accademiche che caratterizzarono la città; frequentò Gaetana e Teresa Agnesi, incrementò le attività teatrali nella sua villa di Boffalora, partecipò attivamente al rinnovamento musicale guidato da Giovanni Battista Sammartini e dalla sua “corte”, componendo sei sinfonie; contribuì con il conte Imbonati alla resurrezione dell’Accademia dei Trasformati. Ma la sua principale attività fu quella di storiografo: Giulini diede vita alle Memorie spettanti alla storia al governo ed alla descrizione della città e della campagna di Milano ne’ secoli bassi, in nove volumi usciti tra il 1760 e il 1765. A lui e a molti altri si deve una lenta ma progressiva presa di coscienza civile, che portò Milano a divenire la patria dei Verri, di Beccaria, di Parini.
La coppia Giulini-Moriggia ha cinque figli, tra i quali i citati fratelli Giuseppe e Cesare Giulini (1755-1820). Fu Cesare ad aggiungere il cognome Della Porta essendogli pervenuta la primogenitura di quella famiglia. Cesare come tutti i Giulini si afferma tra i protagonisti della vita cittadina: giureconsulto dal 1789, podestà di Milano dal 1814 al 1821, iscritto per primo al collegio dei nobili giurisperiti. Dopo anni di condivisione, eredita il palco nel 1809 per passarlo poi, nel 1823, a Giorgio (1784-1849), il figlio avuto dal matrimonio con Anna Dal Verme. Anche Giorgio ricopre importanti ruoli politici, come membro della Reggenza di governo dopo la Restaurazione. Nel 1812 sposa Maria Beatrice dei principi Barbiano di Belgiojoso d’Este e dal matrimonio nascono Cesare, Anna, Giovanna e Rinaldo.
Dal 1856 i figli detengono il possesso del palco: Cesare (1815-1862), membro del Governo Provvisorio di Lombardia e Senatore del Regno, partecipa alle Cinque Giornate del 1848 e dispone alla morte un legato di 4000 fiorini a favore delle famiglie dei caduti nella guerra del 1859 e 1000 fiorini per l’acquisto di nuove uniformi per la Guardia Nazionale di Milano. Dal matrimonio con Giulia Carcano nasce un’unica figlia, Maria Beatrice. Senatore a vita dal 1861, compare tra i fondatori del giornale La Perseveranza, particolarmente importante nella storia della musica per la collaborazione del critico musicale Filippo Filippi.
La figlia Anna (1818-1883) sposa Camillo Casati (1805-1869), fratello minore di Gabrio e Teresa Casati Confalonieri. Cinque i figli di Anna e Camillo: Rinaldo, Agostino, Giorgio, Gian Alfonso e Beatrice. Ad Anna Casati va anche la Villa San Martino di Arcore, secentesca dimora marchionale già dei Giulini, acquistata nel 1974 da Silvio Berlusconi. Infine Giovanna (1821-1892) sposa nel 1839 Giovanni Battista Camozzi de Gherardi Vertova (1818-1906). Dal 1858 per vent’anni, il palco diventa esclusiva della madre Maria Beatrice Barbiano di Belgiojoso d´Este (1794-1871), figlia di Rinaldo Alberico ed Elisabetta Mellerio.
Dal 1878 al 1883 il palco torna prima nelle mani di Anna per passare dall’anno della sua morte (1884) al 1905 ai figli Rinaldo Casati (1844-1898), prefetto di Milano e senatore, Agostino (1847-1924), assessore e consigliere comunale di Milano, Giorgio (1848-?), ufficiale di cavalleria, coniugato con Antonietta Negroni Prati Morosini, padre di Anna Cristina, Gian Alfonso (1854–1890), coniugato con Luisa Negroni Prati Morosini, padre di Camillo Casati Stampa di Soncino, e infine Beatrice (1845-?), seconda moglie di Luigi Agostino Casati.
Dal 1906 al 1915 non più legami di sangue legano i nuovi con i precedenti possessori. Titolare è la famiglia Crespi con Cristoforo Benigno Crespi (1833-1920), commendatore, imprenditore tessile, costruttore della centrale idroelettrica di Trezzo d’Adda. Coniugato con Pia Travelli, ha quattro figli e abita dal 1884 in via Borgonuovo 18, nel cosiddetto “Borgo dei sciuri”, ovvero dei ricchi signori. Con la moglie, figlia di un avvocato di Busto Arsizio, condivide in quegli anni il palco, per poi cederlo fino al 1920 al Commendator Soave Besana, proprietario dell’Hotel Savoy Palace di Gardone Riviera frequentato da d’Annunzio. Insieme al fratello Gabriele, Besana possiede una scuderia privata che è la prima a portare in gara le vetture di Ferrari, del quale fu anche pilota. Sta nascendo una nuova Italia.
Nel 1920 finisce la complessa storia del palco: si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi privati.
(Creusa Suardi)
 
Hanno posseduto questo palco:
Besana, Soave
Bossi, Benigno <1.>, che ebbe anche: 14 2. ordine destro; 7 2. ordine sinistro
Bossi Della Porta, Eleonora
Bossi, Galeazzo <1.>
Bossi, Giovanni
Caimi Moriggia, Livia
Camozzi Giulini Della Porta, Giovanna
Casati, Agostino
Casati, Beatrice
Casati, Gian Alfonso
Casati, Giorgio
Casati Giulini Della Porta, Anna
Casati, Rinaldo
Corbella della Porta, Marianna
Crespi, Cristoforo Benigno
Crespi Travelli, Pia
Giulini, Cesare
Giulini Della Porta Barbiano di Belgiojoso d'Este, Maria Beatrice
Giulini Della Porta, Cesare
Giulini Della Porta, Giorgio
Giulini, Giuseppe <1.>
Moriggia, Giovanni Battista
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
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