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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 4, II ordine, settore destro

Filoaustriaci e filoverdiani
Al momento dell’inaugurazione del Teatro alla Scala, la potente e nobile famiglia dei Barbiano di Belgiojoso possiede ben tre palchi, due dei quali (n° 16, settore destro e n.° 4, settore destro) negli ordini più prestigiosi (I e II). Il palco n° 4 nel secondo ordine è occupato dal principe Antonio <1.> (1693-1779) e dai suoi due figli Alberico <1.> (1725-1813) e Ludovico (1728-1801), tra i pochi sudditi italiani degli Asburgo a intraprendere la carriera militare raggiungendo i più alti gradi della gerarchia (tutti e tre generali, di cui uno a due stelle) continuando in questo una tradizione di uomini d’arme che risaliva alla dominazione spagnola e più indietro agli Sforza.
Antonio <1.>, sposato con Barbara D’Adda, figlia del conte Costanzo e della contessa Antonietta Aicardi Visconti, già proprietario di un palco nel Teatro Ducale, ne acquista uno analogo nel nuovo Teatro alla Scala. Viene ricompensato per il servizio prestato nella Guerra dei Sette anni con la nomina a Consigliere privato di Maria Teresa, la promozione al rango di Principe e insignito della più alta onorificenza dell’impero, quella di Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro.
Alberico <1.>, suo primogenito, principe di Belgiojoso e Grande di Spagna, beneficia della solida posizione raggiunta dal padre; ha il battesimo del fuoco nella battaglia di Rossbach contro i prussiani e, rientrato a Milano, ottiene l’incarico di comandante degli alabardieri svizzeri a servizio dell’arciduca Ferdinando d’Asburgo. Nel 1757 sposa la principessa Anna Ricciarda d’Este, e i suoi discendenti aggiunsero al proprio il cognome della madre. Conosce il regio architetto Piermarini e a lui affida il compito di erigere una sontuosa residenza in città, il palazzo Belgiojoso, oggi nell’omonima piazza, di fianco alla casa-museo di Alessandro Manzoni. In seguito alla conquista di Milano da parte di Napoleone nel 1796, Alberico viene arrestato come filo-asburgico, ma presto rilasciato in virtù delle sue relazioni con la corte e da allora visse piuttosto defilato nel castello di Belgiojoso, vicino a Pavia, dove ebbe come ospite l’amico Ugo Foscolo. Uomo raffinato e amante delle arti e della poesia, raccolse una grandiosa biblioteca personale che in seguito venne donata alla Biblioteca Trivulziana di Milano.
Ludovico si arruola anch’egli come molti suoi antenati nell’esercito asburgico, incoraggiato in questo dal padre. Introdotto a corte, apprezzato dal Cancelliere Wenzel von Kaunitz, prosegue il suo servizio sotto gli Asburgo nel corpo diplomatico: ambasciatore a Stoccolma e a Londra, ha come ultimo incarico quello di vice-governatore dei Paesi Bassi dal 1783 al 1787. Giunto alla fine di una lunga carriera, ritorna a vivere a Milano dove erige una residenza principesca, l’attuale Villa Reale, nota come “Villa Belgiojoso-Bonaparte”, residenza milanese di Napoleone e del viceré Eugenio di Beauharnais.
Con la Restaurazione il palco viene acquisito dal conte Saule Alari (1778-1831) la cui famiglia possedeva una delle più prestigiose ville suburbane, a Cernusco sul Naviglio, costruita tra il 1702 e il 1725, e affittata per alcuni anni come residenza estiva all’arciduca Ferdinando d’Asburgo. Alla morte di Saule la famiglia Alari si estinse e il palco rimane di proprietà della moglie, la contessa Marianna San Martino della Motta che sposa in seconde nozze il conte Ercole Visconti di Saliceto acquisendo il cognome del nuovo marito, ma mantenendo tra i suoi beni, sino al 1872, il palco al Teatro alla Scala.
Il proprietario successivo dal 1873 al 1884 è Antonio Gussalli (1806-1884); allievo di Pietro Giordani, letterato di inclinazione classicista, fu una figura di spicco della Milano intellettuale del tempo. Appassionato d’opera e di concerti, grande ammiratore di Rossini, fu tra i soci fondatori, nel 1864, della Società del Quartetto di Milano subito impostasi come luogo d’elezione della cultura musicale milanese. Gussalli, anche in età avanzata (ha quasi 70 anni quando acquista il palco alla Scala), continua a frequentare i teatri e a passare le sue serate nel salotto della contessa Clara Maffei. Alla sua morte il palco rimase alla moglie Costanza Antivari che lo tenne sino al 1888.
Ultimo proprietario, dal 1889 sino al 1920, è il cavaliere Giuseppe Lattuada, ricco possidente che fece parte nel 1880-81, insieme al principe Cesare Castelbarco Albani, ad Amerigo Ponti, a Giuseppe Pisa e a Diego Macchi Nappi, del Comitato Nazionale per le onoranze a Giuseppe Verdi onde favorirne il ritorno alla Scala, che finalmente si realizzò con la prima dell’Otello il 5 febbraio 1887.
(Antonio Schilirò)
 
Hanno posseduto questo palco:
Alari, Saule
Alari Visconti Della Motta, Marianna
Barbiano di Belgiojoso, Alberico <1.>, che ebbe anche: 16 1. ordine destro; 14 3. ordine sinistro; 18 4. ordine sinistro
Barbiano di Belgiojoso, Antonio <1.>, che ebbe anche: 16 1. ordine destro
Barbiano di Belgiojoso, Ludovico, che ebbe anche: 16 1. ordine destro; 18 4. ordine sinistro
Caroelli Borri, Carolina
Gussalli Antivari, Costanza
Gussalli, Antonio
Lattuada, Giuseppe
Tedeschi, Giacomo
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
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