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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 1, III ordine, settore destro

Industriali tessili e banchieri
Primo proprietario del palco, dal 1778 al 1796, fu il conte Antonio Tanzi, figlio del banchiere Giuseppe e di Bianca Chiesa, di famiglia patrizia di origine ligure. Industriale della seta, nel 1787 fu creato conte dall’imperatore Giuseppe II, in seguito all’acquisto del feudo di Blevio. In tale occasione, gli fu dedicata dal curato di Blevio Bartolomeo Zafrani una raccolta di versi, intitolata Applausi poetici, che comprende odi, sonetti, canzoni, stampata da Francesco Scotti “Stampatore Vescovile”. La famiglia fece costruire nel 1787 l’imponente Villa Tanzi, che è situata nella suggestiva località di Perlasca, sul lago di Como. In seguito, la dimora fu acquistata dai conti Taverna, che le conferirono l’aspetto attuale, per poi essere ereditata da diverse famiglie aristocratiche milanesi tra cui i Poldi Pezzoli e i Trivulzio. Nel 1941 fu acquistata dai conti Gerli ed è attualmente una residenza privata.
Dal 1809 al 1823 il palco fu di proprietà di Antonio Villani Crivelli <1.> (1743-1823), discendente dal ramo lodigiano della famiglia, figlio di Giuseppe Antonio coniugato con Giulia Trotti. Alla morte del fratello maggiore Francesco, Antonio divenne erede del patrimonio e del titolo. Nel 1763 sposò Leonora Doria Sforza Visconti (1746-1819), figlia di Filippo Maria marchese di Caravaggio. All’epoca, la notorietà di Antonio fu legata in modo particolare alla maestosa villa che egli fece costruire a Borgovico di Como. Il palco scaligero passò quindi, dal 1824 al 1826, agli eredi di Antonio, e poi, sino al 1841, risulta intitolato alla “amministrazione del fu marchese Villani”. Come accade anche per la proprietà del palco n° 11 del I ordine sinistro, dopo essere stato esclusivamente dei Villani, tra il 1842 e il 1848 viene equamente spartito tra «i signori marchese Antonio e cavaliere Filippo Villani», da una parte, e «i signori Francesco Maria e Attilio Spinella o Spinelli», dall’altra. Il marchese Antonio <2.> (1811-1860) e il cavaliere Filippo Villani Crivelli (1813-1887) erano i figli di Alessandro (1773-1815), quarto figlio ed erede designato di Antonio <1.>. Tuttavia, mentre il palco n° 11 ritornò in seguito di proprietà dei Villani, il nostro palco rimase alla famiglia Spinella, in particolare ad Attilio ed ai suoi eredi, dal 1856 al 1869.
Il proprietario successivo fu il barone Eugenio Cantoni (1824-1888), figlio di Costanzo e Giulia Magnaghi, importante industriale del settore cotoniero. Nel 1857 sposò la baronessina Amalia Genotte von Markenfeld e Sauvigny, figlia del segretario particolare dell’imperatore Francesco Giuseppe, dalla quale ebbe tre figli, Arturo, Costanzo e Giulia. Dopo l’unificazione d’Italia e il ristabilimento di rapporti normali con l’Impero, Eugenio Cantoni fu nominato console d’Austria nel 1869 e console generale austro-ungarico nel 1873. Nel 1872 attuò la trasformazione della ditta paterna Costanzo Cantoni, all’interno della quale lavorava già dagli anni ‘40, nella società anonima “Cotonificio Cantoni”; nello stesso anno fondò inoltre la Banca di Busto Arsizio, primo nucleo della Società bancaria italiana e poi della Banca italiana di sconto. Tra i sottoscrittori del capitale sociale figuravano oltre alle due banche i maggiori esponenti dell’industria lombarda, tra cui Andrea Ponti, presidente della società sino al 1875, i fratelli Turati, Napoleone Borghi e Giuseppe Colombo. Fondamentale fu l’impulso che Cantoni diede all’industria cotoniera italiana, in particolare per quanto riguarda la dotazione di telai meccanici al posto dei telai a mano, l’investimento di capitali per il rinnovamento e l’ampliamento degli impianti, l’inserimento della sua azienda all’interno della concorrenza internazionale. Dopo le non poche difficoltà degli anni Settanta dell’Ottocento - dalla crisi economica alle lotte operaie - la fase di intensificata attività industriale che seguì al 1880 in Italia permise al Cotonificio Cantoni di consolidare in modo definitivo le sue proprietà e imporsi sul mercato.
Gli eredi di Eugenio, Arturo e Costanzo Cantoni (la sorella Giulia non compare tra i titolari) mantennero il palco fino al 1912. Nel 1913 esso risulta di proprietà anonima, mentre dal 1914 al 1919 del cavalier Cesare Prandoni. Questi, sposato con Ida Casartelli, era titolare dell’omonima banca A. e C. Prandoni che attuò una collaborazione con la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, serbatoio di liquidità e istituto di riferimento di gran parte dell’Italia settentrionale; Cesare fu inoltre tra i promotori, nel 1907, del Credito cremonese e, nel 1909, del Credito commerciale. Nel 1920 lascia il palco in eredità ma la storia della proprietà dei palchi si avvia alla fine: si costituisce l’Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi privati.
(Giulia Ferraro)
 
Hanno posseduto questo palco:
Cantoni, Arturo
Cantoni, Costanzo
Cantoni, Eugenio
Prandoni, Cesare
Spinelli, Attilio, che ebbe anche: 11 1. ordine sinistro
Spinelli, Francesco Maria, che ebbe anche: 11 1. ordine sinistro
Tanzi, Antonio, che ebbe anche: 13 1. ordine sinistro
Villani Crivelli, Antonio <1.>, che ebbe anche: 11 1. ordine sinistro
Villani Crivelli, Antonio <2.>, che ebbe anche: 11 1. ordine sinistro
Villani Crivelli, Filippo, che ebbe anche: 11 1. ordine sinistro
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
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