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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 13, II ordine, settore sinistro

Un palco tra aristocratici, borghesi e … femministe
Primo proprietario del palco fu il marchese Giovanni Battista d’Adda (1737-1784), figlio di primo letto di Febo (ci è ignoto il nome della madre, morta nel 1743), il quale si risposò in seguito con Ippolita Bigli. Giovanni Battista si unì in matrimonio nel 1771 con Margherita Litta Visconti Arese. Decurione di Milano e Ciambellano imperiale ebbe un ruolo importante nelle trattative col governo austriaco che portarono all’edificazione del nuovo Teatro alla Scala dopo l’incendio del Teatro ducale. Il marchese era grande ammiratore del Piermarini e a lui affidò la ristrutturazione della villa di delizia a Cassano d’Adda.
Nel 1793 e nel 1794 il palco risulta intestato al conte Gerolamo Arrigoni, figlio di Domenico e Paola Carcano.
Nel 1795 ritorna nella disponibilità degli eredi di Giovanni Battista d’Adda per essere, nel 1809, intestato al figlio Ferdinando (1776-1844), insignito del titolo di Cavaliere di Malta, il quale sposò nel 1804 Costanza Anguissola. A lui rimase sino al 1836, con l’eccezione degli anni compresi tra il 1813 e il 1817, in cui ne fu proprietario il fratello maggiore Febo (1772-1836), maritato nel 1794 con Marie Leopoldine von Khevenhüller-Metsch, figlia del conte Johann Emanuel. Febo d’Adda ricoprì numerosi incarichi politici e istituzionali, ad esempio fu Decurione della città di Milano, Ciambellano Imperiale e vicepresidente del governo della Lombardia.
Nel 1837 il palco passò da Ferdinando d’Adda alla marchesa Clementina Cusani (1803-1882): si tratta di Cherubina Clementina Botta Adorno, figlia del marchese Luigi Maria e di Teresa Beccaria, quest´ultima nata da Giacomo, zio dell’illuminista Cesare. Clementina sposò nel 1819 il marchese Francesco Cusani Visconti portando in dote alla famiglia del marito i cognomi e l’ingente patrimonio delle casate Botta e Adorno, delle quali era ultima erede.
Nel 1856 proprietario divenne il facoltoso avvocato Giovanni Pietro Antona Traversi (1824-1900), figlio di Francesco Antona Cordara e Margherita Traversi, il quale nel 1856 scelse di assumere il cognome dello zio materno avendo ereditato da questi nel 1854 tutte le sostanze di famiglia. Giovanni ebbe rapporti con Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi e, a seguito dell’unificazione nazionale, fu più volte deputato alla Camera nelle file della Sinistra italiana. Nel 1855 Giovanni sposò la diciottenne Claudia Grismondi Suardo, alla quale regalò come dono di nozze un asilo infantile, costruito nel parco della residenza di famiglia a Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia), assecondando le passioni pedagogiche e assistenzialiste della giovane moglie, femminista ante litteram.
La famiglia Antona Traversi possedeva anche un palazzo milanese, oggi in via Manzoni 10, parte del quale attualmente ospita le Gallerie d’Italia, e anche la villa di Meda ancor oggi esistente, costruita a inizio Ottocento dall’architetto Leopold Pollack ampliando il monastero femminile di San Vittore, abolito nel 1798 dai francesi della Repubblica cisalpina; Giovanni Antona Traversi e i discendenti misero mano e soldi nell’altrettanto prestigiosa villa di Desio, oggi nota come villa Cusani Tittoni Traversi.
Agli albori del Novecento, per successione, la titolarità del palco passò alla “coppia” formata da Beatrice Antona Traversi, detta Bice (1861-1944?), figlia di Giovanni e Claudia, e dal primogenito Antonio (1889-1962) avuto da Tommaso Tittoni, sposato nel 1888. Se Tommaso Tittoni fu uomo di punta della Destra storica, deputato, senatore, ambasciatore a Parigi, Beatrice ereditò dalla madre la passione per la letteratura e per l’impegno sociale: “figurina bionda, arguta, piena d’attività … scrittrice quando ne ha il tempo”, ci dicono le cronache del tempo, fu una delle attiviste del movimento emancipazionista partecipando al primo Congresso nazionale delle donne italiane, nel 1908. Nella sua lunga vita (fu testimone a Roma, ultraottantenne, nel palazzo Tittoni, dell’attentato di via Rasella) continuò a portare avanti le ragioni delle donne. Il figlio Antonio, ingegnere, compare come unico intestatario del palco dal 1917 sino al 1920, quando si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi privati.
(Lorenzo Paparazzo)
 
Hanno posseduto questo palco:
Antona Traversi, Giovanni, che ebbe anche: Proscenio 4. ordine destro
Arrigoni, Girolamo, che ebbe anche: 12 2. ordine destro
Cusani Visconti Botta Adorno, Cherubina Clementina
D'Adda, Febo, che ebbe anche: 17 2. ordine destro
D'Adda, Ferdinando
D'Adda, Giovanni Battista, che ebbe anche: 13 3. ordine destro; 15 2. ordine sinistro
Tittoni Antona Traversi, Bice, che ebbe anche: Proscenio 4. ordine destro
Tittoni, Antonio, che ebbe anche: Proscenio 4. ordine destro
Traversi, Giovanni, che ebbe anche: Proscenio 4. ordine destro
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
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