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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 18, II ordine, settore destro

Un palco unico, di un unico proprietario: il palco dei Resta
Il palco n° 18 del II ordine destro rappresenta un caso unico nella storia dei palchettisti del Teatro alla Scala, in quanto la famiglia Resta ne mantenne ininterrottamente la proprietà fino al 1920, fatto salvo il solo 1809 quando compaiono utenti gli eredi del comandante de Rochel. Il casato Resta, che risale al Trecento, fu per tre secoli una dinastia di notai fino a che un Francesco venne creato conte nel 1679. Il figlio Carlo <1.> (1680-1767) entrò a far parte dell’alta aristocrazia milanese sposando Giulia Visconti, figlia del marchese Pietro, e nel 1724 si trasferì da Porta Ticinese in centro, acquistando una casa da nobile seicentesca tardobarocca e trasformandola in una dimora prestigiosa, lo storico e famoso palazzo all’angolo tra via Conservatorio, via Mascagni e via Passione, Palazzo Resta-Pallavicino, sede oggi della Facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali dell’Università statale di Milano.
Il figlio di Carlo, conte Giuseppe Resta <1.> (1730-1801), sposato dal 1757 con Camilla Villani, è il proprietario di un palco alla Scala sin dall’apertura nel 1778, ma già la sua famiglia possedeva un palco analogo nel Teatro Ducale. Nella Milano asburgica, Giuseppe ricopre l’incarico di Giudice delle strade e ottiene il titolo di Ciambellano di S. M. I e Gentiluomo da camera. Con l’entrata a Milano dell’armée d’Italia, sotto il comando del giovane generale Bonaparte nel 1796, il conte Resta, filo-austriaco, riparò in Svizzera, a Mendrisio, quindi a Venezia, a 20 miglia di distanza dalla frontiera lombarda. Gran parte dei beni della famiglia furono confiscati, compreso il palco scaligero, che troviamo assegnato nel 1809 al Comandante della piazza di Milano, il generale De Rochel.
Con il ritorno degli Asburgo nel 1815, essendo morto il conte Giuseppe, è il figlio primogenito conte Carlo <2.> (1768-1838) a riprendere possesso nel 1818 del palazzo di famiglia e del palco alla Scala. Sposato nel 1805 con Maria del marchese Francesco Saverio Olevano Confalonieri, Carlo muore improvvisamente nel 1838 lasciando erede il figlio Giuseppe <2.> (1808-1872) che dopo tre anni di giacenza in eredità prende possesso del palco nel 1842 e lo mantiene sino al 1872.
Giuseppe muore celibe e senza figli e con lui si estingue il ramo principale della famiglia. Erede viene riconosciuto il cugino Giovanni Resta (1807-1882). Fervente patriota già nel 1833 era rimasto implicato in trame politiche anti-austriache che lo avevano costretto a lasciare Milano e rifugiarsi a Parigi. Durante le Cinque Giornate del 1848, il conte fu colonnello della guardia nazionale dei battaglioni delle parrocchie della Passione e di S. Babila. Il suo impegno patriottico gli venne riconosciuto da Vittorio Emanuele II nel 1860, con la nomina a Governatore nei Reali Palazzi di Milano «con tutti gli onori, i privilegi e le prerogative».
Dopo due anni, 1882-83, nei quali risultano titolari Giovanni, la moglie marchesa Francesca Pallavicino Clavello (detta Fanny), sposata nel 1857, e il figlio Ferdinando, e dopo un anno di eredità giacente (1884), il palco passa definitivamente al figlio Ferdinando Resta Pallavicino (1860-1933) che, quale erede della famiglia materna, ottiene da Umberto I la modifica del cognome con l’aggiunta di quello della madre (Regio Decreto gennaio 1891). Imprenditore e uomo politico, viene nominato Senatore del Regno nel 1914. Il marchese Ferdinando è l´ultimo titolare: nel 1920 si costituisce l’Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi privati.
(Maria Grazia Campisi)
 
Hanno posseduto questo palco:
De Rochel
Resta, Carlo
Resta, Giovanni
Resta, Giuseppe <1.>
Resta, Giuseppe <2.>
Resta Pallavicino Clavello, Francesca, che ebbe anche: 16 2. ordine destro
Resta Pallavicino, Ferdinando
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
 
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