Logo Urfm
Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 8, II ordine, settore destro

Il palco dello chef
Il primo proprietario del palco è Luigi Trotti (1721-1796) dei conti di Santa Giulietta. È figlio di Giovanni Battista, colui che Carlo VI vorrà alla guida del ducato di Parma e Piacenza con la nomina di vicegovernatore e presidente del Sacro Consiglio, cariche che ricoprirà fino alla morte. Il padre di Luigi, due anni dopo la prematura perdita della prima moglie Francesca Archinti deceduta nel 1716, sposa Giulia Maria, di Giovanni Seccoborella conte di Vimercate. È da questa unione che nasce il nostro Luigi, erede dei titoli e della fortuna del casato il quale nel 1742 sposerà una sua cugina, Teresa (1725-1773), figlia del conte Francesco Oppizzoni. Quando l’imperatore Giuseppe II nel 1788 promulga un nuovo ordinamento di tutte le Cause pie e dei Luoghi di Carità esistenti in Lombardia, chiama Luigi Trotti a presiederne la Giunta indipendente. In un’altra serie di riforme che abolivano diverse istituzioni cittadine, il sovrano lo nomina prefetto urbano e regio delegato. Fu quindi uno degli esecutori delle riforme giuseppine in Lombardia.
Nel 1809 il palco ha come utenti Bottacchi e Peryan. Peryan è la grafia distorta di Peyrard, cioè di Antonio Peyrard (1787-1824), cuoco del vicerè Eugenio di Beauharnais. Risiedeva al civico n° 1 della Milano napoleonica, ovvero in Palazzo Reale. Coniugato con Angela Annoni, traslocò poco lontano, prima in contrada Larga 4780, poi in contrada delle Ore 4910 e infine in contrada dei Rastrelli 5241. Teodosio Bottacchi potrebbe essere di Novara, «proprietario di una fornace e fabbrica di stoviglierie fuori della città di Novara, vicino alla piazza d’armi, al civico n. 95, avendo scoperto una qualità di terra refretaria, abile per formazione delle stufe e franclini, favelle per pavimenti, non inferiori alle così dette favelle pavesi, si fa un dovere notificare al pubblico che in cotesta sua fornace e fabbrica sono vendibili oggetti di piatteria ad uso biellese, maiolica bianca e nera, stufe, franclini, tegole per tetti». La fornace è attiva dal 1796. Partecipa alla fornitura dei materiali per la costruzione del Teatro di Novara.
Nel 1830 cinque aziende producevano poco più di un milione di mattoni l’anno e un numero imprecisato di coppi e tavelle. La ditta Teodosio Bottacchi era già azienda leader con il 50% del totale.
Dal 1813 al 1826 il palco rientra nelle mani del ‘signor conte Trotti a Brera’. Da qui in poi le vicende familiari, anche tragiche, incideranno su questa proprietà scaligera fino al 1848, ultimo anno nel quale risulta a disposizione della dinastia.
Erede di Luigi Trotti è il primogenito Giovanni Battista, coniugato con Giovanna Belloni, figlia del conte Ignazio Luigi. La coppia ha sette figli, il primogenito di questi è Giuseppe Trotti (1778-1840), conte del Regno d’Italia per decreto di Napoleone datato primo luglio 1810. Nel 1815, con il ritorno della dominazione asburgica, chiede e ottiene la conferma della nobiltà. Le cronache araldiche riportano che dal 1823 Giuseppe Trotti si ritirò a Muzzano, presso Lodi e solo nel 1828 rientrerà a Milano. Il legame con la località lodigiana è testimoniato dal fatto che nel testamento lascerà il «legato di una Cartella di Monte del valore di milanesi lire 1.000 a favore del Parroco pro tempore di Muzzano, coll’onere della celebrazione di un Ufficio anniversario».
Giovanni Battista Trotti, muore precocemente prima di suo padre Luigi; il ‘signor conte Trotti a Brera’ che risulta tra i palchettisti nel 1813 è quindi Giuseppe Trotti, nipote di Luigi e figlio del defunto Giovanni Battista.
Dal 1827 il palco risulta del «Sig. conte Giuseppe Trotti e per esso il sig. cav. Luini». Qui si apre un doloroso capitolo; per comprenderlo dobbiamo riferirci agli atti della giustizia civile dell’epoca sui quali formulare qualche ipotesi. Essi ci informano che il conte Giuseppe Trotti era stato interdetto e l’avvocato cavaliere Stefano Luini, residente in corso della Cerva 346, ne era stato nominato curatore legale. Tra i pubblici editti del 1826 si leggono una serie di avvisi di vendita, gestiti da Luini, tra i quali quelli di varie proprietà agricole e, il 10 gennaio 1826, anche quella dei due palchi scaligeri. Il ‘buon ritiro’ dei cinque anni a Muzzano, probabilmente nascondeva una precaria situazione di salute, se, ancor prima del rientro a Milano, Giuseppe Trotti non era legalmente nelle condizioni di gestire il proprio patrimonio. Triste sorte, quella del conte Trotti, che solo poco più di un decennio prima, nel 1815, compariva nel cerimoniale per l’ingresso in Milano, il 31 dicembre 1815, dei nuovi sovrani, come facente parte «delle Guardie Nobili a cavallo», che accompagnavano il corteo.
Il conte Giuseppe si sposa due volte: la prima con Francesca Belcredi, figlia del marchese Giuseppe Gaspare, dalla quale avrà l’erede maschio Gian Battista; dalla seconda moglie, Giovanna Isacco, un ulteriore dispiacere: i figli Ferdinando e Francesco moriranno pochi mesi dopo la nascita. Il figlio di Giuseppe Trotti, Gian Battista, sposa Laura, di Pietro Castellani, dalla quale avrà una figlia, Francesca maritata a Francesco Verasis di Castiglione. Ancora una volta in questa famiglia il figlio Giuseppe non sopravvive al padre. Nel 1846 nella proprietà del palco compaiono gli eredi di Francesco Trotti; probabilmente si tratta dello zio di Giuseppe, il cavaliere gerosolimitano Francesco Trotti (1759-1839) che muore un anno prima del nipote. Possiamo quindi ipotizzare che a seguito dell’interdizione di Giuseppe Trotti si aprano una serie di vicissitudini familiari legate all’eredità, che proseguiranno per anni.
Dal 1856 intestatario del palco è Alessandro Brambilla.
Dal 1859 al 1920 il palco è di proprietà della famiglia Sioli Legnani. Il nome della famiglia è legato a quello di una delle ville lombarde attualmente tutelate dai Beni culturali della Regione. La villa, situata in località Bussero vicino al Naviglio della Martesana, prende il nome dagli ultimi proprietari. Costruita nel Settecento dalla famiglia Corio per farne una residenza estiva, è stata sede di un importante salotto, dove venivano ospitati i fratelli Verri. Nel tempo vi furono diversi cambi di proprietà: nel 1792 la villa è del conte Pietro Bertoglio, che a seguito di un dissesto economico nel 1822 fu costretto a metterla all’asta; ad acquistarla per 92.000 lire fu Giovanni Legnani. Quest’ultimo morì poco dopo l’acquisizione e la villa passò ai figli Francesco e Antonio. Fu grazie a Luigi Legnani, figlio di Francesco, commissionario in seta in Contrada S. Dalmazio come il padre, che la villa poté ritornare a splendere. Quest’ultimo è il primo proprietario del palco di questa famiglia.
La residenza milanese è sita in via Borgonovo 5. Qui abita l’ingegnere, Grand’ufficiale, cavalier Stefano detto Steno Sioli Legnani (1862-?) che sarà l’ultimo proprietario del palco, forse ricevuto in eredità da Luigi, suo cugino di secondo grado. Membro camerale, Consigliere della Società agraria, è idealmente l’ultima propaggine di quella generazione di professionisti che aveva praticato l’ingegneria rurale e idraulica, arricchitesi con le prime bonifiche e con i progetti dei canali d’irrigazione piemontesi e lombardi. Steno Sioli Legnani fa parte di quella categoria di professionisti in contatto con la proprietà fondiaria e con il mondo politico economico che ruota attorno ad essa. L’attività di ingegneria rurale non gli impedisce di dedicarsi all´edilizia; suo, ad esempio, è il villino progettato per Pasquale Crespi a Milano in via XX Settembre. Deputato del Regno, scrisse importanti testi quali L’agricoltura italiana e la sua influenza sulla economia generale del paese. Nel 1894, assieme Giovanni Battista Greppi è autore del progetto Forze idrauliche del Naviglio grande, 18000 cavalli dinamici. Sindaco di Bussero, membro della Commissione centrale per la mobilitazione agraria, propose di modificare il palcoscenico della Scala e fu deputato del Regno (1913-1919). Disarmante è la risposta che darà in qualità di deputato a Margherita Trotti Bentivoglio, vedova Bassi, che gli chiese di intercedere per un proprio fittavolo, di idee socialiste, il soldato Giovanni Rainini, che nel 1918, liberato dopo una lunga prigionia, si rifiutò di partire per la Francia e, conseguentemente a ciò, venne inviato a processo, rischiando la condanna a morte. Da Roma il deputato Steno Sioli Legnani sarà crudelmente categorico: «Giustamente la giustizia, e specie quella militare, non tiene conto delle raccomandazioni dei deputati». È coniugato con Luigia (Gigina) Conti, fondatrice, nel 1912, del Lyceum femminile lombardo, con sede in palazzo Borromeo in via Manzoni 41. Presidente del Circolo filologico milanese e del Lyceum milanese è amica della compositrice Giulia Recli. Sarà attiva per l’ottenimento del diritto di voto femminile e vicina a quel crogiuolo di ambiguità che fu l’Alleanza muliebre culturale italiana negli anni del fascismo.
(Maurizio Tassoni)
 
Hanno posseduto questo palco:
Bottacchi, Teodosio
Brambilla, Alessandro, che ebbe anche: 9 4. ordine destro
Legnani, Luigi
Luini, Stefano
Peyrard, Antonio
Sioli Legnani, Steno
Trotti, Francesco
Trotti, Giuseppe
Trotti, Luigi, che ebbe anche: 7 2. ordine destro
Vitali, Giuseppe
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
Cerca:
Cerca nelle storie:
Autori delle storie: