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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 15, III ordine, settore destro

Nessun nobile in questo palco
Per oltre 60 anni - fatta eccezione per gli anni del periodo napoleonico dove la gestione passa al caffettiere Giuseppe Antonio Borrani - dal 1778 al 1839 il palco appartenne a Fortunato Lampugnani (1748-1834), figlio di Antonio e Antonia Martinazzi e ai suoi eredi. Si hanno poche notizie di questo personaggio: fu un benefattore dell’Ospedale Maggiore di Milano al quale, in forza del legato da lui disposto dei beni di Lugagnano pervennero 63.894 Lire austriache, su un patrimonio lasciato ai nipoti di 360.000 Lire. Come era frequente per i benefattori, nella quadreria dell’Ospedale abbiamo un ritratto opera del pittore milanese Pietro Narducci (1793-1880), eseguito nel 1839 per 800 Lire austriache.
Dal 1840 al 1860 il proprietario è Gian Battista Gavazzi (1796-1864) appartenente al ramo di Canzo (l’altro più noto è quello di Valmadrera) di una facoltosa famiglia di imprenditori serici, settore in forte sviluppo tra il 1830 e il 1850 nelle province di Como e di Varese: tra i nomi emergenti oltre ai Gavazzi troviamo Francesco Riva, Pietro Baragiola, Andrea Ponti, Giovanni Braghenti, Giuseppe Mondelli, Rezzonico e Perlasca, Carlo Verza, Emilio ed Ernesto Prato. Una dimora prestigiosa, un palco alla Scala e un matrimonio con una fanciulla di nobile lignaggio o frutto di alleanze dinastiche tra “borghesi” che accrescesse il patrimonio della famiglia segnano il coronamento di un’ascesa sociale oltre che economica. Gian Battista eredita dal padre una bella villa a San Pietro all’Olmo, che prospetta sulla piazza principale del paese, dove la famiglia ha delle filande; nel 1838 fa costruire un elegante palazzo in via Montenapoleone 23, oggi di proprietà degli eredi e discendenti dei Gavazzi, i Balossi Restelli, tipico esempio di architettura civile neoclassica del periodo della Restaurazione. Il Palazzo Gavazzi viene spesso ricordato nei libri di argomento milanese perché fu abitata da Carlo Cattaneo: al Museo del Risorgimento di Milano è conservato il contratto di locazione con il quale Gian Battista nel 1843 affittava al Cattaneo, suo grande amico, un’ala del Palazzo di famiglia.
Nel 1830 sposa la cugina, Emilia Venanzia Gavazzi, figlia del fratello del padre, perché la famiglia potesse mantenere integro il patrimonio. La coppia Gavazzi-Gavazzi andò ad abitare nel palazzo di contrada del Monte 1265, oggi palazzo Balossi-Gavazzi-Restelli, che divenne il simbolo della concreta e stabile ricchezza raggiunta dalla famiglia. Nel 1864, alla morte del marito, Emilia eredita anche il palco alla Scala e finalmente, nel 1873 riesce a sposare il suo antico amante Francesco de Spech, nobile milanese di origini austro-ungariche dal quale aveva avuto un figlio, Giovanni (1845-1887), che figurava ufficialmente come frutto del suo matrimonio con il cugino Gian Battista Gavazzi.
Giovanni viene quindi adottato dal secondo marito della madre e da quel momento si chiamerà Giovanni Gavazzi Spech, e nel 1886 subentrerà alla madre nella proprietà del palco, ma morirà l’anno dopo, ad appena 42 anni. Giovanni è un personaggio in vista a Milano: socio del circolo dell’Unione (circolo dei Nobii), imparentato da parte del padre naturale con il conte Visconti Pirovano, mentre sua moglie Giulia Restelli, che compare come erede nel palco, era figlia del senatore Francesco e nipote, per parte di madre, del senatore Giuseppe Robecchi.
Nel 1898 il palco viene ceduto a Carlo Simonetta, chimico, esperto in concimi agricoli, cinofilo e appassionato di cavalli, probabilmente figlio di Carlo Leopoldo Simonetta, a sua volta scienziato e socio della Società di incoraggiamento di arti e mestieri oltre che membro della Camera di Commercio sotto il Regno austriaco, protagonista delle riunioni della Società degli scienziati italiani.
Le due figlie di Carlo, Leopolda ed Elisa Simonetta furono le ultime proprietarie, finché, nel 1920, si costituì l´Ente Autonomo Teatro alla Scala e i palchi furono acquisiti dal Comune di Milano.
(Antonio Schilirò)
 
Hanno posseduto questo palco:
Borrani, Giuseppe Antonio, che ebbe anche: 1 1. ordine destro; 9 1. ordine destro; 11 2. ordine destro; 8 3. ordine destro; 10 3. ordine destro; 9 4. ordine destro; 4 2. ordine sinistro; 9 3. ordine sinistro; 13 3. ordine sinistro; 12 4. ordine sinistro
Gavazzi, Giovanni Battista
Gavazzi Spech, Giovanni
Gavazzi Spech Restelli, Giulia
Lampugnani, Fortunato
Litta Biumi Brentano, Antonia, che ebbe anche: 4 1. ordine sinistro; 17 3. ordine sinistro
Simonetta, Carlo
Simonetta, Elisa
Simonetta, Leopolda
Spech Gavazzi, Emilia
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
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