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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 16, III ordine, settore destro

Il palco Camperio
Primo proprietario risulta il conte Ambrogio Cavenago (1732-1802), esponente di una delle famiglie patrizie più facoltose di Milano, intestatario anche di un secondo palco nel IV ordine (n° 6, settore sinistro). Ambizioso e devoto alla Casa d’Asburgo, aveva incrementato la proprietà feudale nella contea di Trezzo ed era divenuto Ciambellano Reale, oltre che uno dei LX Decurioni di Milano nel 1759, il più importante organo rappresentativo della città. Di conseguenza ebbe poca fortuna con l’arrivo dell’Armée d’Italie guidata dal giovane generale Bonaparte, anzi la nuova amministrazione francese gli chiese addirittura un risarcimento per i danni provocati dall’armata austro-russa sui suoi possedimenti trezzesi, un giro di parole che si traduceva in realtà in un prelievo forzoso per approvvigionare le truppe francesi. E così durante la parentesi napoleonica, il conte Ambrogio - come tanti altri - perse pure il proprio spazio alla Scala e il palco venne affidato ad una personalità più gradita al nuovo regime politico.
Dal 1809, in piena era napoleonica, e per più di un secolo, il palco appartiene ininterrottamente per quattro generazioni ai Camperio, famiglia della borghesia agraria originaria di Binasco, in provincia di Pavia, con numerosi terreni nel lodigiano. Solo il primo anno la proprietà del palco viene condivisa con un nobile, il marchese Benigno Bossi (1788-1870). Questi, patriota, carbonaro, condannato dagli austriaci a morte in contumacia fu costretto a vivere in esilio a Parigi e probabilmente per questa ragione vedette o cedette la sua parte di palco a Giovanni Battista Camperio (? - 1848), il primo della sua dinastia a possedere un palco alla Scala.
Nel 1849 subentra per eredità nella proprietà del palco il figlio Carlo Camperio (1783-1860), laureato in legge, che però non esercitò mai la professione forense, dedicandosi ad amministrare il suo patrimonio accrescendolo considerevolmente quando, nel 1808, convolò a nozze con la giovanissima e ricchissima Francesca Ciani (1791-1886), figlia del banchiere di origine ticinese Carlo che aveva fatto fortuna a Milano durante l’epoca napoleonica. Due dei fratelli di Francesca, Giacomo e Filippo furono grandi patrioti risorgimentali, esiliati in seguito ai moti del 1821 e stabilitisi a Lugano, dove trascorsero quasi tutta la vita e dove conobbero e sostennero Giuseppe Mazzini e gli altri esuli italiani. I coniugi Camperio si stabilirono a Milano in zona Porta Ticinese e quindi affittarono il primo piano di palazzo Brioschi in via S. Vicenzino 9, palazzo attiguo a via Meravigli dove risiedeva la famiglia Ciani. Qui nacquero quasi tutti i figli di Carlo e Francesca, compreso l’ultimo, Manfredo. Palazzo Ciani fu sede di incontri quotidiani tra intellettuali ed artisti come Gioachino Rossini, Ugo Foscolo, Andrea Appiani, il pittore Giuseppe Bossi, lord ByronGeorge Gordon Byron, Cesare Cantù e Federico Confalonieri. Fu proprio da quest’ultimo che Carlo Camperio acquistò, nel 1818, la casa di villeggiatura di Villasanta, risalente al 1696. Confalonieri, che vi fu confinato nel 1815, aveva a sua volta ereditato la proprietà dalla madre, marchesa Antonia Casnedi. La coppia Camperio-Ciani ebbe dieci figli, di cui sei femmine e quattro maschi dei quali solo due, Filippo e Manfredo, raggiunsero l’età adulta e furono gli eredi universali del patrimonio di famiglia. Filippo (Philippe) Camperio, insigne giurista e uomo politico, visse quasi tutta la vita a Ginevra e, anche grazie al legame con gli zii Ciani, fu in contatto con l’ambiente ginevrino dell’emigrazione politica. Nel 1847 ottenne la cattedra di diritto costituzionale che era stata di Pellegrino Rossi, di cui fu allievo ed amico negli anni della gioventù. Corrispondente appassionato di Cristina di Belgiojoso, fu un personaggio importante nella vita politica della città adottiva.
Manfredo (1826-1899), ultimo dei 10 figli, al quale andò il palco, è la figura più conosciuta della famiglia Camperio, ricordato per l’attività cospirativa e rivoluzionaria che svolse durante i moti risorgimentali e per la sua passione per le esplorazioni e per i viaggi. Fondatore della Società di esplorazione commerciale in Africa (1879) e del periodico L’esploratore (1877), sposò il 30 marzo 1871 Marie Siegfried (1841-1930), originaria di Mulhouse nell’Alsazia francese e proveniente da una famiglia di imprenditori tessili. Figlia di Jean-Jacques Siegfried e di Louise Blech, Marie fu presidente e sostenitrice della Scuola agraria di Aurelia Josz e fu tra le donne che sostennero la necessità dell’istituzione europea della Croce rossa italiana. Furono soltanto i quattro figli di Manfredo Camperio e di Marie Siegfried a ereditare il cognome Camperio: si tratta di Fanny, Filippo, Giulio e Sita.
Solo Filippo (1873-1945) e Sita, tuttavia, vissero a lungo e si sposarono rispettivamente con l’americana Eleonor Terry (1878-1960) nel 1911 e con Luigi Alberto Meyer nel 1899. Nel 1902 il palco passa dunque a Filippo, ammiraglio della Regia Marina, unico discendente maschio della famiglia e ultimo proprietario insieme alla moglie sino al 1920, anno in cui si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala e i palchi vengono acquisiti dal Comune di Milano.
(Antonio Schilirò)
 
Hanno posseduto questo palco:
Bossi, Benigno <2.>, che ebbe anche: 2 3. ordine sinistro
Camperio, Carlo
Camperio Ciani, Francesca
Camperio, Filippo
Camperio, Giovanni Battista
Camperio, Manfredo
Camperio Terry, Eleonor
Cavenago, Ambrogio, che ebbe anche: 6 4. ordine sinistro
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
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