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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 19, IV ordine, settore destro

Il palco di casa Ricordi
Il palco fu assegnato, nell´asta del 1° aprile 1778, al fermiere Pietro Marliani, che con i fratelli Fè Giuseppe e Antonio, originari del Ticino, e con il milanese Pietro Nosetti si era aggiudicato nel 1776 l’appalto per l’edificazione del Teatro alla Scala e del Teatro della Canobbiana. Le fonti riportano il nome dei Fratelli Fè, ma nel 1787 compare anche il nome di Marliani: il prezzo del palco gli viene detratto dalla paga. A partire dal 1790 e per oltre mezzo secolo proprietaria fu la famiglia Anguissola Tedeschi Secco Comneno dell´antico casato patrizio le cui origini datavano X secolo, all´epoca dell´imperatore Ottone III. Si inizia con il conte Carlo Antonio (1736-1807). Nell´imminenza del suo matrimonio con Bianca Busca Arconati Visconti aveva fatto realizzare tra il 1775 e il 1778, su progetto dell´architetto Carlo Felice Soave, il palazzo di famiglia a Milano, oggi noto come Palazzo Antona Traversi in via Manzoni 10, sede delle Gallerie d´Italia. La coppia non ebbe figli maschi e il palco rimase giacente in eredità sino al 1837 quando passò alla figlia primogenita donna Teresa (1784-1854), coniugata a Pietro Villa, che ne risulta intestataria sino al 1844.
Il palco venne acquistato (rogito del 18 dicembre 1843, notaio Tommaso Grossi) da Giuseppe Villa, figlio di Giovanni Battista Villa che, con il fratello Antonio, era stato per qualche anno socio di Barbaja nell´appalto del Teatro alla Scala. Giuseppe acquista il palco a scopo speculativo, rivendendolo a Giovanni Ricordi appena tre anni dopo per la considerevole cifra di 25.500 lire (rogito del 20 dicembre 1847, notaio Ernesto Tosi). Da questo momento la storia del palco si intreccia con quella degli editori.
La fortuna di Casa Ricordi era cominciata sotto i portici del Palazzo della Ragione, su un banco all’aperto: Giovanni (1785-1853), primo violino e direttore del piccolo teatro di marionette Fiando, aveva intuito le potenzialità commerciali della professione del copista. Fu così che da quella improvvisata copisteria all’aperto nacque un impero: copista del Teatro Lentasio e Teatro Carcano, già nel 1806 riesce ad ottenere per contratto i diritti di proprietà sulle partiture copiate, primo nucleo del prestigioso archivio musicale. Nel gennaio 1808 viene fondata Casa Ricordi e Giovanni continua la propria ascesa alla conquista della più importante vetrina musicale milanese, il Teatro alla Scala; copista e suggeritore nel 1814, nel 1825 acquisisce l’intero archivio musicale del Teatro e nel 1830 ottiene la proprietà delle partiture di tutte le nuove opere ivi rappresentate. Giovanni Ricordi tiene così le redini del più importante e diffuso genere musicale nell’Italia del XIX secolo, il melodramma; legato alle fortune di RossiniGioachino Rossini, BelliniVincenzo Bellini, DonizettiGaetano Donizetti e del giovane VerdiGiuseppe Verdi, noleggia le partiture ai teatri, diffonde il gusto operistico con riduzioni didattiche e per amatori, detta gli indirizzi della critica con la Gazzetta musicale di Milano da lui fondata nel 1842.
A suggello di tanto successo ottiene il possesso di un palco alla Scala, dopo essere stato affittuario dal 1833 dei palchi n° 19 e 20 del V ordine destro.
Erede universale del padre, Tito I Ricordi (1811-1888) ne continua l’attività e la politica culturale; specializzatosi in Germania nelle nuove tecniche di litografia, rafforza la posizione della casa editrice e lega il proprio nome a quello di Giuseppe Verdi. La presenza e il successo continuo e crescente di Verdi non solo garantiscono a Ricordi fama e guadagni non comparabili a quelli degli altri editori su scala nazionale, ma lo proiettano molto rapidamente sulla scena internazionale. In Italia Ricordi crea una sorta di “monopolio del melodramma” con l´acquisizione della concorrente casa editrice Lucca nel 1888 e apre numerose filiali in tutta Europa, da Parigi a Londra.
Dei numerosi figli, fu Giulio (1840-1912) a prendere il testimone, ereditando l´azienda alla morte del padre. Dalle colonne della Gazzetta musicale di Milano, di cui è direttore dal 1866 al 1902 contribuisce ad orientare il gusto e le scelte musicali della città. Il capolavoro di Giulio alla metà degli anni Ottanta è la scoperta e il lancio di Puccini. Il trionfo di Manon Lescaut, rappresentata nello stesso anno e mese del Falstaff (febbraio 1893), sancisce definitivamente il passaggio di testimone di eroe della musica italiana da Verdi a Puccini, entrambi musicisti di Casa Ricordi. Negli stessi anni Giulio esporta il nome dell’impresa sul continente americano aprendo filiali a New York e a Buenos Aires. Giulio avrà rapporti difficili con il figlio Tito II, con il quale sarà in forte conflitto. La storia del palco, giacente a lungo in eredità, si risolve nel 1902: il palco scaligero passerà al fratello Giuseppe e ai nipoti Alberto (figlio di Enrico e di Laura Giulini, palchettista nel n° 9, III ordine sinistro) e a Paolina Brentano Quinterio, figlia della sorella di Giulio, Amalia. I discendenti di questo ramo mantennero il palco fino al 1920; Tito II rivendicò alla morte del padre la gestione della ditta per poi dimettersi nel 1919 a favore di Renzo Valcarenghi e Carlo Clausetti, ponendo fine a oltre un secolo di guida solitaria dell´azienda da parte della famiglia Ricordi.
(Giulia Ferraro)
 
Hanno posseduto questo palco:
Anguissola Secco Tedeschi Comneno, Antonio Carlo, che ebbe anche: 19 4. ordine sinistro; 20 4. ordine sinistro
Fè, Antonio
Fè, Giuseppe, che ebbe anche: 19 4. ordine sinistro
Marliani, Pietro, che ebbe anche: 16 3. ordine sinistro; 19 4. ordine sinistro; 20 4. ordine sinistro
Quinterio, Alberto
Quinterio Brentano, Paolina
Quinterio, Paolo
Quinterio, Ulric
Ricordi, Alberto
Ricordi, Giovanni
Ricordi, Giuseppe
Ricordi, Tito
Villa Anguissola, Teresa
Villa, Giuseppe, che ebbe anche: 17 3. ordine destro
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
 
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