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Teatro alla Scala - Ufficio Ricerca Fondi Musicali - Conservatorio G. Verdi di Milano
I palchettisti della Scala 1778-1920

Palco n° 6, III ordine, settore sinistro

Un “quartetto” di proprietari
Un unico filo genealogico si svolge all’interno del palco n° 6 del III ordine sinistro, congiungendo, dal XVIII al XX secolo le famiglie Boggiari, Mesmer, Crivelli, Cairati. Il palco passò di proprietario in proprietario per via ereditaria diretta, senza cessioni o vendite e, come si legge nelle fonti, racconta – di nome in nome – matrimoni e unioni tra le famiglie.
La storia inizia con don Antonio Boggiari Mesmer (?–1796), con titoli e patrimoni risalenti a suo nonno Antonio: di umili origini comasche, aveva accumulato (tra Sei e Settecento) ingenti capitali e immobili, trovando nella villa di Varedo - che andrà poi ai Bagatti Valsecchi, palchettisti di fama – il riconoscimento pubblico della propria immagine. Il palchettista Antonio era figlio di Ottavio (a sua volta figlio del “nonno” Antonio) e di Marianna Mesmer, erede di facoltosi banchieri di origine svizzera, con possedimenti di vaste proprietà nel monzese. Antonio assunse i due cognomi ereditando il palco dalla parte materna.
Nel turbolento periodo napoleonico, il nome dei Mesmer compare ancora, questa volta unito a quello dei Crivelli del ramo di Nerviano: il palco è di Prospero Crivelli Mesmer (1749-1816), figlio di Giovanni Crivelli e Maria Boggiari Mesmer, erede di Antonio e di Marianna, con l’obbligo di unire al proprio il cognome dell’ava materna e di portare avanti, tra le tante attività, quella di benefattore dell’Ospedale Maggiore. Registrato come palchettista nel 1809, in una delle rare fonti del primo Ottocento, quando Milano gravitava nell’impero napoleonico, Prospero mantiene il proprio posto durante quegli stravolgimenti politici. Tornati gli austriaci e dopo la Restaurazione, nel 1816 ha confermate le credenziali dell’antica nobiltà per sé e per i discendenti.
Sposato nel 1785 con Teresa Casati, don Prospero trasmette il patrimonio e il palco al figlio Don Gaetano Crivelli Mesmer (1796-1862) che, due anni dopo la morte del padre, nel 1818 prende in moglie la giovanissima Francesca Marianna “Teresa” Pò, ancora minorenne - nata nel 1802 - senza troppo scandalo per i tempi ma con la necessaria approvazione famigliare e giudiziaria.
Successori di Don Gaetano sono nell´ordine il figlio Riccardo (?-1877), nel 1867 socio fondatore della Società geografica italiana, e quindi il fratello Giovanni (1802-1882), che nel 1848 era stato un componente della Commissione consulente di finanza e commercio del Governo provvisorio di Lombardia.
Di lì a qualche anno la linea dei Crivelli Mesmer sarebbe confluita in un vicolo cieco. L’unica figlia di Giovanni e Teresa Robecchi (?-1899), Rita Crivelli Mesmer (1850-1915) – proprietaria del palco insieme alla madre dal 1886 – è l’ultima discendente e con lei il cognome si perde.
Impegnata in prima persona nelle associazioni di beneficenza per i civili e i militari, membro del consiglio della sezione femminile delle Dame della Croce Rossa italiana, Rita compie un grande gesto di generosità verso la città di Milano donando nel 1903 alla neonata Galleria d’Arte Contemporanea (oggi GAM-Civica Galleria di Arte Moderna) La Maddalena penitente di Francesco Hayez, dipinto nel 1832, da decenni in possesso della sua famiglia. Donna Rita è la moglie di Michele Cajrati, valoroso combattente della causa italiana, volontario nell’esercito regolare nella terza guerra d’indipendenza, ferito dallo scoppio di una granata austriaca. Ingegnere e architetto, membro della Società storica lombarda, che ne celebra la scomparsa nel 1913 sottolineandone la “meritata fama di genialità e buon gusto”, era dedito alla beneficenza, come molti esponenti della nobiltà d’un tempo: benefattore dell’Ospedale Maggiore, ricopre anche il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale Fatebenefratelli. La casa della famiglia Crivelli Mesmer era in via Spiga 21, laddove aveva abitato per lunghi anni sino alla morte nel 1792 l’illustre compositrice milanese Teresa Agnesi; dopo il matrimonio Rita si sposta in casa Cajrati, in piazza Belgiojoso 2.
Il palco viene ereditato dai figli Riccardo Cajrati Crivelli Mesmer (1878-1948), avvocato, appassionato di alpinismo e membro del CAI, e Matelda, impegnata nelle attività sodali della beneficenza e in particolare nella fondazione di un Comitato per la creazione dell’Asilo per ciechi, inaugurato nel 1905 e legato all’Istituto ancor oggi esistente in via Vivaio.
La continuità genealogica dal 1778, anno di inaugurazione del nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala, si mantiene così - come accade nei più importanti palchi del primo e secondo ordine - fino al 1920, quando si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi privati.
(Maria Grazia Campisi)
 
Hanno posseduto questo palco:
Boggiari Mesmer, Antonio
Boggiari Mesmer, famiglia
Cajrati Crivelli Mesmer, Matelda
Cajrati Crivelli Mesmer, Riccardo
Cajrati Crivelli Mesmer, Rita
Crivelli Mesmer, Gaetano
Crivelli Mesmer, Giovanni
Crivelli Mesmer, Prospero
Crivelli Mesmer, Riccardo
Crivelli Mesmer Robecchi, Teresa
 
Guarda i proprietari del palco dal 1778 al 1920
 

 

    

  
 
 
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